Coperte in teak:
Le coperte in teak sono spesso foriere di costosi interventi di ripristino. In effetti i costi di asportazione del vecchio teak e la messa in opera di quello nuovo devono essere fatte da personale altamente qualificato e con materiali idonei senza improvvisazioni.
Il teak o l'iroko utilizzato per le coperte si consumano man mano che passano gli anni per effetto dell'acqua di mare, dei lavaggi, del sole, da interventi dei cantieri di manutenzione e dell'attrito causato dall'utilizzo di chi lo calpesta. Una parola va spesa per i lavaggi che, se troppo aggressivi, tendono ad asportare la parte tenera del teak lasciando solo le venature piu' dure. Il lavaggio del teak deve essere invece assai delicato evitando di spazzolare nel senso delle fibre. Anche i detersivi devono essere specifici e con poco contenuto di fosforo.
Anche l'applicazione di protettivi che lo rendono impermeabile e piu' scuro devono essere applicati con attenzione: in certi casi ho potuto osservare lo scioglimento del materiale gommoso di riempimento dei comenti a cause di sostanze disciolte nei prodotti protettivi.
A mio parere il teak e' molto piu' bello nella colorazione naturale beige tendente al rosa. Sotto i piedi deve dare la sensazione di una superficie vellutata e liscia.
Al momento dell'acquisto dell'imbarcazione usata sara' utile verificare le condizioni della coperta in teak per valutare l'eventuale necessita' di un intervento di ripristino o addirittura di sostituzione. Interventi costosi e complessi. Su un'imbarcazione di piu' di 15 anni la coperta risultera' ormai piuttosto assottigliata specialmente nelle zone del pozzetto. Se fu realizzata in teak massello si potra' arrivare a sostituirla quando lo spessore avra' quasi raggiunto la profondita' dei comenti, se non si distacca dalla coperta prima. Se invece fu realizzata in compensato di teak la sua vita sara' assai piu' breve. Sulle coperte rigommate di recente verificare che non si sia provveduto anche all'avvitatura delle doghe distaccate inserendo viti nei comenti (sistema cosiddetto alla traditora) che una volta ricoperto col Sikaflex nero risulteranno invisibili. Attenzione anche a fuoriuscite di acqua dalle doghe camminandoci sopra: evidenzia un distacco della coperta dal piano del ponte ed e' problema tipico delle coperte incollate. Esistono parecchie scuole di pensiero circa l'incollaggio delle doghe di teak piu' o meno efficaci e non e' infrequente un distacco delle doghe anche su barche recenti. Spesso su barche in vendita mi e' capitato di trovare delle coperte appena lamate (carteggiate) che danno al teak un aspetto liscio, omogeneo e sostanzialmente sano. In realta' quell'operazione ha consumato almeno cinque anni di utilizzo medio in spessore che accorcera' evidentemente la durata della coperta in teak della vostra nuova barca.
Un problema ricorrente, specialmente su imbarcazioni nuove, e' la crepatura delle doghe. A causa della stagionatura forzata mediante forni di essiccazione spesso le doghe vengono montate mentre sono ancora non del tutto stagionate e questo puo' determinare la spaccatura delle doghe nel senso della venatura. Sara' necessario procedere alla sostituzione della doga sperando di trovarne una simile per venatura e colore a quelle circostanti.
Particolare attenzione bisognera' prestare sulle imbarcazioni che hanno avuto la sostituzione completa del teak. Bisognera' cercare di capire come e' stato realizzato il lavoro e come erano le condizioni del piano di coperta una volta asportato il vecchio teak. Sulle imbarcazioni in legno il piano, spesso in compensato marino avrebbe potuto essere marcito da infiltrazioni dalla coperta se si avesse ritardato l'intervento di sostituzione. Sulle imbarcazioni in vetroresina le infiltrazioni potrebbero aver delaminato i primi strati di vetroresina rendendoli cedevoli e flessibili. |